Il Brasile nella Seconda Guerra Mondiale. Nel 1939, allo scoppio delle ostilità, aderendo alle conclusioni raggiunte dagli stati panamericani partecipanti alla conferenza di Panama, il Brasile dichiarò la propria neutralità. Dopo la caduta della Francia nel giugno del 1940, un altro vertice di tali paesi sancì che ogni atto ostile diretto contro uno stato americano, proveniente da una nazione estranea al continente sarebbe stato considerato come un’aggressione a tutti gli stati aderenti a tale trattato di collaborazione. L’attacco dei giapponesi a Pearl Harbor rese operativo il trattato e nel gennaio del1942 alcune navi mercantili brasiliane vennero affonda teda sottomarini italiani e tedeschi e questi gravi fatti, che costarono molti morti, portarono il Brasile a dichiarare guerra alle due nazioni il 22 agosto. L’esercito brasiliano, che dal 1920 al 1949 era stato addestrato da ufficiali francesi era dotato di molte armi provenienti dalla Germania, come i cannoni da 88mm, i trattori semicingolati Sd.Kfz.7 e i fucili mauser, mentre la forze corazzate erano composte da poche decine di carri veloci italiani e vecchi FT17 francesi. Quando nel gennaio del 1943 il presidente americano Roosevelt e quello brasiliano Vargas decisero l’impiego dei soldati brasiliani sui campi di battaglia, gli americani, estendendo al Brasile l’accordo Lend-lease, fornirono loro numerosi equipaggiamenti, armi e automezzi. In alto: una M8 brasiliana in addestramento con alcuni fanti con armi americane (Bonalume Neto) A fianco: uno dei 5 half-track dell’Esquadrao de Reconhecimento della FEB in Italia (Bonalume Neto) Con i nuovi materiali i soldati brasiliani vennero nuovamente addestrati da istruttori statunitensi e forniti di nuove uniformi americane, sostituendo così quelle brasiliane molto simili a quelle tedesche. La FEB venne organizzata come una divisione di fanteria statunitense, su tre reggimenti di fanteria e uno di artiglieria, rinforzata con reparti logistici e di comando. La componente corazzata era però ridotta rispetto alle unità americane, specialmente riguardo il trasporto truppe, alcuni battaglioni di carri o caccia carri appartenenti a unità statunitensi potevano essere aggregati in occasioni di importanti operazioni. Il comandante del Corpo era il maggiore generale Joao Baptista Mascarenhas De Moraes. Il 16 luglio una prima parte sbarcò a Napoli e venne subito aggregata al IV corpo d’armata della 5th Army americana. Quando gli alleati raggiunsero Livorno, venne deciso di impiegare in battaglia anche la FEB, i brasiliani ebbero il loro battesimo del fuoco, con il VI reggimento de infanta ria “Ipiranga”. Nei primi scontri emerse la completa assenza di esperienza in combattimento che costò la perdita di numerose vite umane. Fu nel corso dello sfondamento della linea gotica che i brasiliani ottennero le loro prime vittorie, occupando alcune località a nord di Pisa, oltreché ad avanzare, nel mese di ottobre, per 22 km. Lungo la valle del Serchio fino alle appendici dell’Appennino. I reggimenti di fanteria I° Sanpaio e XI° Tiradentes erano stati schierati in prima linea, insieme ai quattro gruppi di artiglieria, al IX° battaglione Genio e allo squadrone Esplorante. Il generale Clark, viti gli scarsi successi della V armata e considerando che l’obbiettivo di raggiungere Bologna prima di Natale era sfumato,trasferì tra il primo e il cinque novembre 1944 il contingente brasiliano sulla sponda sinistra del fiume Reno con l’incarico di conquistare monte Castello, monte Belvedere e monte della Borraccia, ostacolo naturale che divideva le vallate dei fiumi Reno e Panaro. Fu proprio durante questi scontri che i brasiliani evidenziarono tutto il loro coraggio. La battaglia si concluse il 21 febbraio 1945 dopo che i tedeschi, avendo subito numerosi attacchi dall’aviazione brasiliana, dotata dei P47 Thunderbolt, si resero conto che ogni resistenza sarebbe stata vana, alle ore 17,00 alzarono bandiera bianca. Il 9 aprile iniziarono le infiltrazioni dietro le linee tedesche, seguite dai reparti corazzati americani, il giorno 14 di aprile ebbe inizio la battaglia per la conquista di Montese. I brasiliani ebbero più di 450 tra morti, feriti e dispersi, in tre giorni di duri combattimenti, ma riuscirono a conquistare il 15 il monte Paravento e il 17 il Montebuffone, rendendo sicura tutta la zona. In alto: L’arrivo in Italia dei primi reparti della FEB ancora con uniformi brasiliane a Napoli A fianco:Un esempio dei numeri e delle insegne presenti su una M8 della FEB. Nome “Leao do Norte” (Leone del Nord) – numero di reparto “517” veicolo “19” sigla FEB insegna nazionalità “Cruzerio do Sud” (Bonalume Neto) Un half-track M3, armato con una Browning cal.50 su sostegno centrale (Bonalume Neto) Il 21, giorno della conquista alleata di Bologna, i brasiliani entrarono in Zocca. Il giorno 22 la FEB irruppe nella pianura padana, chiudendo la ritirata alle truppe italo-tedesche. I brasiliani si diressero poi a nord-ovest, raggiungendo prima Alessandria il 30 aprile, Torino il primo maggio e concludendo la guerra a Susa il giorno dopo. I reparti della FEB iniziarono la smobilitazione e rientrarono in Brasile tra il 18 giugno e il 14 ottobre 1945. A destra: Una Greyhound brasiliana dentro il paese di Montese. L’autoblindo espone il cartello con il teschio e le ossa incrociate A sinistra: Un half-track pronto allo scontro (Reginaldo Bacchi) I comandanti di grado più elevato della 5th Army fotografati a Verona il 4 maggio 1945. Il Generale Mascarenhas de Morales è il secondo da sx, nella prima fila In totale in Italia combatterono 25.330 soldati brasiliani. Alla fine del 1945 le salme dei soldati brasiliani morti in Italia furono sepolte in un cimitero gi guerra a Pistoia, da dove ripartirono anni dopo per riposare in patria. Si tratta di 457 caduti della FEB e 8 piloti del 1st Brazilian Fighter Squadron. Il sacrario poco fuori Pistoia e alcune lapidi sull’Apennino Tosco-Emiliano ricordano le imprese e i sacrifici dei brasiliani in Italia. A fianco: un militare brasiliano posa accanto a un cannone da 88 mm abbandonato nei pressi del fiume Po. (Bonalume Neto) A fianco: militari brasiliani a fianco di uno Stug III della Sturmgeschutz-brigade 907 sull’Appennino tosco-emiliano (Reginaldo Bacchi) O Brasil na Segunda Guerra Mundial Em 1939, à eclosão das hostilidades, de acordo com as conclusões dos estados panamericanos participantes da conferencia de Panamá, o Brasil declarou a própria neutralidade. Após a queda da França em junho de 1940, outro encontro entre tais Países ratificou que qualquer ato de hostilidade dirigido a estados americanos, procedente de nação fora deste continente, seria considerada como agressão a todos estados aderentes àquele tratado de colaboração. O ataque dos japoneses em Pearl Harbour tornou operacional o tratado e, em janeiro de 1942 alguns navios mercantes brasileiros foram torpedeadas por submarinhos alemães e italianos, e estes acontecimentos, que causaram muitas perdas humanas, levaram o Brasil a declarar guerra às duas nações a 22 de agosto. O exercito brasileiro que, desde 1920 e até 1949 fora treinado por oficiais franceses tinha muitos dos armamentos provenientes da Alemanha, como os canhões de 88 mm os tratores lagarta Sd.Kfz.7 e os fuzis mauser, enquanto as forças encouraçadas estavam equipadas com algumas dezenas de carros rápidos italianos e antigos FT17 francês. Quando em janeiro de 1943 os Presidentes dos EUA Roosevelt e o brasileiro Vargas decidiram o emprego dos soldados brasileiros nas frentes de combate, os americanos, estendendo o acordo Lend-lease ao Brasil, forneceram alguns equipamentos, armas e viaturas. Com os novos materiais os soldados brasileiros foram novamente treinados por instrutores americanos e equipados com novas fardas, também americanas, substituindo assim as brasileiras, muito semelhantes àquelas germânicas. A FEB foi organizada como uma divisão de infantaria americana, com três regimentos de infantaria e um de artilharia, reforçada com unidades de logística e comando. A tropa encouraçada era, porem, reduzida a respeito das unidades americanas, especialmente a respeito do transporte da tropa, alguns batalhões de carros ou caça-carros pertencentes a unidades americanas podiam ser agregados em ocasião de importantes operações. Comandante de Divisão era o General João Baptista Mascarenhas de Moraes. A 16 de julho uma primeira parte desembarcou em Nápoles e foi logo agregada ao IV Corpo da 5th Army dos EUA. Quando os aliados chegaram a Livorno foi decidido de empregar a FEB também nos combates; os brasileiros tiveram o batismo de fogo como o 6º Regimento de infantaria Ipiranga. Nos primeiros combates surgiu logo a total ausência de preparo em combate que causou a perda de numerosas vidas. Foi no decorrer do avanço contra a Linha Gótica que os brasileiros conseguiram as primeiras vitórias, ocupando algumas localidades ao norte de Pisa, alem de progredir, no mês de outubro, por 22 km. Ao longo do vale do rio Serchio até as encostas do Apenino. Os regimentos 1º Sampaio e o 11º Tiradentes tinham sido colocados na linha de frente de combate, juntamente aos quatro grupos da artilharia, ao 9º Batalhão da engenharia e ao esquadrão de reconhecimento. O General Clark, vendo os escassos sucessos da 5ª Armada e considerando que o alvo de conquistar Bolonha antes do Natal tinha esfumado, transferiu entre primeiro e cinco de novembro de 1944 a Divisão brasileira na margem esquerda do rio Reno com a incumbência de conquistar o Monte Castelo, Monte Belvedere e Monte della Torraccia, obstáculo natural que divide os vales dos rios Reno e Panaro. Foi mesmo durante estas batalhas que os brasileiros evidenciaram toda a própria coragem. A batalha findou em 21 de fevereiro de 1945 após que os alemães, sofrendo os numerosos ataques da aviação brasileira, dotada dos P47 Thunderbolt, convenceramse que não tinha mais como resistir e às 17.00 levantaram bandeira branca. A 9 de abril iniciaram as infiltrações atrás das linhas germânicas e, com apoio dos tanques americanos, a 14 de abril se deu inicio à batalha de Montese. Os brasileiros tiveram mais de 450 entre mortos feridos e desaparecidos nos três dias de violentos combates, mas conseguiram conquistar o monte Paravento, no dia 15 e Montebuffone no dia 17, deixando assim a área com boa segurança. Dia 21, no dia em que os aliados estavam conquistando Bolonha, os brasileiros entraram em Zocca. Dia 22 os soldados da FEB desceram no planície padano, fechando a retirada das tropas ítalo-germanicas. Os brasileiros seguiram em direção noroeste, alcançando Alexandria a 30 de abril e Turim a primeiro de maio, concluindo a guerra em Susa no dia seguinte. As unidades da FEB começaram desmobilizar e regressaram para o Brasil entre 18 de junho e 14 de outubro de 1945. No total combateram na Itália 25.330 soldados brasileiros. Ao findar de 1945 os corpos dos soldados brasileiros mortos na Itália foram sepultadas no cemitério de guerra de Pistoia, de onde foram repatriados anos após, para repousar na Pátria. Trata-se de 457 tombados da FEB e 8 pilotos do 1st Brazilian Fighter Squadron. O sacrário no subúrbio de Pistoia e algumas placas no apenino Tosco - Emiliano lembram as conquistas e os sacrifícios dos brasileiros na Itália. Legende Foto, partendo dalla prima pagina Alto: M8 brasileira em treinamento com alguns soldados com armas americanas (Bonalume Neto) Flanco: Um dos 5 half-track do esquadrão de Reconhecimento da FEB na ITÁLIA (Bonalume Neto) Alto: A chegada na Itália das primeiras unidades da FEB, ainda com fardas brasileiras em Nápoles. Flanco: Exemplo do números e insígnias presentes numa M8 da FEB. Nome Leão do Norte, numero de unidade “517” sigla FEB insígnia nacionalidade “Cruzeiro do Sul” (Bonalume Neto) Um Half-track M3 equipado com metralhadora Browning cal .50 com base central (Bonalume Neto) Direita: Um Greyhound brasileiro na aldeia de Montese. Este blindado expõe um cartaz com caveira e ossos cruzados. Esquerda: Um Half-Track pronto para combate (Reginaldo Bacchi) Os comandantes de escala mais elevada da 5th Army fotografados em Verona a 4 de maio de 1945. O General Mascarenhas de Moraes e o segunda da esquerda na primeira fila. Flanco: Um soldado brasileiro em pose na frente de um canhão de 88 mm abandonado perto do rio Pó (Bonalume Neto) Flanco: Soldados brasileiros em volta de um Sturmgeschutz-brigade 907 no Apenino Tosco Emiliano (Reginaldo Bacchi) Números de matriculas dos M8 da FEB Matricula Numero Armação Os números individuais identificados são: 6,11,12,13,14,15,16,17,18,19,46,47,48,49 A cobra está fumando O símbolo da cobra fumando foi desenhado após que entre a população circulava o boato “ “...seria mais fácil ver uma cobra fumar que ver uma unidade militar brasileira na Europa...”. Não apenas os céticos viram um inteiro corpo expedicionário (ainda que reduzido a respeito das três divisões solicitadas) inviado à Itália, mas também o divertido quadrinho desenhado nos veículos, placas e fardas.