O Parque das Nações em Lisboa:
- um exemplo de sucesso da cidade dos tempos livres?
Rosario de Julio
Università degli Studi della Tuscia
João Martins Vieira
Universidade Lusófona, Lisboa
O Parque das Nações em Lisboa: um exemplo de sucesso da cidade dos tempos ..., pp. 59-75
Resumo: A indústria do turismo foi afectada nas últimas décadas por
mudanças importantes. Uma deles é o aumento no turismo urbano. Na verdade,
as cidades foram até há pouco consideradas principalmente como origem de
fluxos turísticos. Porém, actualmente, elas tornaram-se destinos turísticos muito
populares. Para oferecer ao turismo novas formas de lazer e emoções, a maioria
das cidades levaram a cabo dispendiosas obras de recuperação urbana com base
na construção de grandes infraestruturas e edifícios, quase sempre por ocasião de
eventos importantes. Foi o caso de Lisboa onde houve uma revitalização urbana
associada à organização do Expo 98. Este artigo analisa as razões que inspiraram
esta regeneração, analisa o seu impacto no turismo urbano local e questiona se o
resultante Parque das Nações pode ser considerado como um modelo de melhores
práticas para se alcançar aquele objectivo.
Palavras-chave: requalificação urbana; oferta turística; turismo urbano.
Abstract: PARQUE DAS NAÇÕES IN LISBON: AN URBAN LEISURE
TIME SUCCESS CASE?
Tourism industry has been affected in last decades by important changes.
One of them is the increase in urban tourism. In fact, cities were until recent years
considered mainly as origins of tourism flows. On the contrary, they became
today very popular tourism destinations. In order to offer tourism new forms of
leisure and emotions, most cities have engaged in expensive urban regeneration
works based on the construction of large infrastructures and buildings, almost
always related to important events. That was the case in Lisbon where there
has been an urban regeneration associated with the organization of the Expo
98. Present paper analyses the reasons that inspired this regeneration, wonders
about its impact on local urban tourism and questions if the resulting Parque das
Nações can be considered as a best practical model for that.
Key-words: urban regeneration; tourism demand; urban tourism.
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1. Premessa
L’ anno 2011 è stato celebrato dalla cultura geografica lusitana come il
primo centenario dalla istituzione delle prime strutture atte a sviluppare il
turismo lusitano21. Infatti, in occasione del IV Congresso internazionale del
Turismo promosso dalla Sociedade de Geografia de Lisboa svoltosi tra 11- 19 maggio
1911, l’allora Governo repubblicano provvisorio annunciò la formazione, per la
prima volta in Portogallo, della Repartição do Turismo nell’ambito do Ministério do
Fomento.22
Così come riporta il Cunha (2008, p. 189) não obstante a reduzida expressão
numérica dos estrangeiros que então visitavam Portugal, único que no conceito vigente
eram turistas, alguns políticos e outros responsáveis, observando o que já se passava
noutros países, viam nele um meio capaz de ajudar a resolver os graves problemas
financeiros do país. Da ciò si desume come sin dagli albori del secolo XX la classe
politica lusitana avesse tenuto in grande considerazione le politiche di sviluppo
turistico, valutando questo settore come una attività economica fondamentale
per la crescita del paese.
Così da allora, si sono susseguite diverse iniziative per favorire l’afflusso
turistico straniero, soprattutto concentrate nella città capitale.
Lisbona, quindi al pari di altre capitali europee, ha sempre avuto un ruolo
centrale nel turismo lusitano. Le ragioni sono molteplici e varie; esse potrebbero
essere sintetizzate sia nella maggior concentrazione e pluralità di risorse
turistiche presenti rispetto alle altre città del paese, capaci pertanto di soddisfare
i più disparati segmenti di domanda, e sia nella centralità della città rispetto alla
21
22
Per l’elenco delle manifestazioni complete si rimanda al sito www. centenariodoturismo.org.
Con la caduta della monarchia e la successiva fondazione della Repubblica (5 ottobre 1910), il
Portogallo visse un periodo di grandi iniziative e di apertura al progresso. Difatti, l’organizzazione
del IV Congresso Internazionale del Turismo con la partecipazione di più di 1.500 delegati ebbe
un significativo riscontro sull’ opinione pubblica, ne è prova la considerevole pubblicazione di
numerosi articoli sui vari quotidiani dell’epoca a partire dal più diffuso O Mundo di França Borges.
Però ai fini della chiarezza, va altresì precisato che il primo documento ufficiale che considera il
turismo internazionale come una possibile attività economica capace di rimpinguare le esauste
casse statali fu prodotto dal ministro Mariano de Carvalho nel suo Plano Financeiro del 1893, varato a
seguito della forte crisi finanziaria mondiale del 1891, che colpì anche il Portogallo (Vieira, 1997).
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rete dei trasporti nazionale23. Difatti l’asse costiero Lisbona – Estoril rappresentò
già nei primi anni Trenta del secolo scorso la maggiore concentrazione di offerta
alberghiera di tutto il paese (Cavaco, 1979).24 Questa situazione di preminenza
dell’offerta alberghiera dell’area lisbonese restò immutata grossomodo sino agli
anni Settanta, quando a seguito dello sviluppo del turismo di massa basato sul
binomio sole/mare vide affermarsi le località marine dell’ Algarve e l’isola di
Madeira.
Difatti, come si evince nella TAB. 1 l’area di Lisbona, l’Algarve e l’isola di
Madeira rappresentano ancora oggi l’asse portante del turismo portoghese.
Regione
1962
1972
2002
2010
Lisbona
28,6
30,4
22,4
19,2
Algarve
4,4
12,4
39,2
35,4
Madeira
2,9
7,6
11,2
10,3
Altre
64,2
49,6
27,2
35,0
100,0
100,0
Total
100,0 100,0
TAB A: Fonte: Instituto Nacional de Estatística
L’organizzazione di grandi eventi internazionali, come Lisbona Capitale
Europea della Cultura 1994, l’Expo ’98 e le fasi finali del Campionato Europeo
di Calcio del 2004, hanno sicuramente inciso sia sul recupero urbanistico e sia
sul rilancio turistico della capitale lusitana. Però per una lettura più completa del
fenomeno, non va trascurato che in Europa proprio a partire dagli anni Settanta
cominciò a costruirsi una nuova immagine di città che riuniva in sé due opposte
correnti: la contemporanea emissione e attrazione di flussi turistici, tanto che il
turismo urbano già nel 2005 rappresentava il 30% degli arrivi e circa il 20% del
totale dei pernottamenti nell’Unione Europea (Adamo, 2005).
Questo segmento del mercato turistico, spesso basato su brevi soggiorni
(short break), presenta una specificità motivazionale del tutto nuova rispetto
alle classificazioni tradizionali della domanda turistica, quest’ultime fondate
esclusivamente su una motivazione prevalente rispetto alle altre (es. turismo
culturale, sportivo, religioso, enogastromico etc). Infatti, come sostiene
23
24
Diversi studi di storia del turismo lusitano dimostrano che l’avvio del successo turistico
internazionale della città e dei suoi dintorni (Cascais, Estoril, Oerias etc.) è stato sopratutto favorito
dalla istituzione nel 1887 del treno Sud Express Parigi – Lisbona (Brito, 2002).
La riferita pubblicazione di Carminda Cavaco rappresenta senza dubbio il primo lavoro in
Portogallo che tratta questo argomento. Va chiarito che prima del 1933 non esiste nessun registro
sul numero degli alberghi attivi nel paese, mentre a partire del 1962 si cominciarono ad elaborare
i primi dati statistici ufficiali.
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Amendola (1999) più che turismo urbano è più corretto qualificarlo “domanda
di città”, …intesa come desiderio di vivere o soggiornare in un luogo globalmente
attrattivo e coinvolgente, anche per la peculiare capacità delle aree urbane di articolare il
menù delle offerte, di intensificarle ed estenderle dal giorno alla notte, di essere il luogo
privilegiato della comunicazione sociale (Faggiani et al. 2008, p. 53).. La domanda
di città, pertanto, non si limita ad una sola offerta di prestazioni turistiche
particolari o di singolare risorse attrattive, ma le comprende tutte, in modo da
soddisfare le esigenze del turista più evoluto. In tal contesto pertanto, è possibile
distinguere nella domanda di città due opposti orientamenti: il romantic gaze e
il colletive gaze, che rappresentano i due diversi modi di spendere l’esperienza
turistica. Il primo è orientato alla riscoperta di luoghi tipici, autentici e di solito
di minore estensione (es. centri storici), mentre il secondo vira all’opposto, vale a
dire verso quanto più inautentico e di più grande possa esistere. Entrambi queste
istanze hanno origine nella cultura architettonica ed urbanistica degli anni Ottanta,
impegnate a riprogettare e riqualificare le città postindustriali: da una parte si è teso
a riqualificare l’ambiente urbano per la riappropriazione di una dimensione umana nel
suo interno, dall’altra si è avvertita la necessità di rappresentare e commemorare l’epoca
industriale mediante edifici imponenti, progettati proprio per una economia avanzata e
più spesso proprio per il turismo, che sorgono potremmo dire, dalle ceneri dell’industria
(Berrino, 2011, p. 298). Così le vecchie aree industriali, ormai cadute in disuso
per l’affermarsi dell’economia post-industriale, saranno utilizzate come nuovi
spazi urbani per sperimentare la progettazione di nuove parti di città, di solito
destinate al terziario. E’ il caso di tanti vuoti urbani presenti soprattutto nelle
città di vecchia industrializzazione recuperati al tempo libero con servizi e
strutture turistiche (ristorazione, ricettività, accoglienza turistica) o di più ampia
riqualificazione dell’offerta turistica (musei, teatri, spazi per fiere ed esposizioni,
grandi eventi) in una strategia complessiva di city-marketing (Rapporto Annuale
SGI, 2007). Questo è dunque il caso de Parque das Nações25 di Lisbona, sorto in
una obsoleta area industriale ad oriente del centro urbano, costruito per ospitare
il grande Evento dell’EXPO ’98. A circa dieci anni dalla sua costruzione, è
legittimo chiederci se tale spazio, basato su costruzioni avveniristiche di grande
dimensione da parte dei più famosi architetti contemporanei (archistars), nel
momento il cui si è chiuso l’evento che ne ha determinato la costruzione, può
ancora rappresentare un elemento trainate dell’offerta turistica della città? In che
modo si relaziona quest’area con lo spazio turistico tradizionale della città? In
tal senso, si rende pertanto necessario, prima di esaminare il PdN soffermarci
brevemente sull’origine e l’evoluzione dello spazio turistico lisbonese.
25
D’ora in avanti si userà l’abbreviazione PdN
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2. Origine ed evoluzione dello spazio turistico di Lisbona
Gli storici affermano che il turismo urbano basato sulla visita a monumenti
del passato, a musei o per seguire spettacoli ha una origine risalente al Grand
Tour: ... questa rivoluzione culturale cambiò il modo di fare turismo: gli itinerari di viaggi
si allontanarono dai santuari e luoghi sacri per toccare le città d’arte d’Europa centrale
e mediterranea, poiché i nuovi viaggi non avevano più come obiettivo le indulgenze, ma
acquisire una nuova sensibilità artistica o scientifica (Battilani, 2009 p. 86).
La città di Lisbona però non fu mai compresa nel gruppo delle maggiori
mete dei grandturisti, ma venne toccata piuttosto marginalmente da questi viaggi.
Difatti figura principalmente come lo scalo intermedio tra le rotte dal nord Europa
verso il Mediterraneo, quando l’attraverso del continente europeo era alquanto
pericoloso a causa delle continue guerre napoleoniche (De Iulio, 2010a). La
mitezza del clima, i luminosi paesaggi, gli splendidi monumenti dell’ Época dos
Descobrimentos, ed ancora la grande curiosità suscitata dal tremendo terremoto
del 1775 attirarono progressivamente sempre più viaggiatori stranieri a partire
dal XVIII secolo. Questi viaggiatori erano in parte sábios e letrados, altri bourguesas
e de pequena nobreza, altri artistas, arqueólogos e arquitectos (Castelo Branco, 1986 p.
41), e gran parte di essi ci hanno lasciato interessantissimi resoconti di viaggio.26
Questa preziosissima letteratura odeporica, oltre a rappresentare di per sé
un notevole documento letterario, ma attraverso l’ analisi dei testi è possibile
individuare almeno altri due aspetti di grande interesse: la descrizione anche
dettagliata dei luoghi più frequentati dai viaggiatori ed in seguito dai turisti
(la formazione dello spazio turistico), ed inoltre è possibile desumere preziose
informazioni sulla cultura imperante dell’epoca che direttamente si riverbera
sugli orientamenti e sui gusti dei turisti stessi (l’evoluzione dello spazio turistico).
Per il primo aspetto, si può affermare che la Lisbona del XVIII sec., prima
del grande terremoto del 1775 è sostanzialmente frutto dei grandi ampliamenti
urbani compiuti a partire dal XVI sec., quando in conseguenza delle scoperte
geografiche e della successiva fondazione di un vastissimo Impero coloniale, la
capitale lusitana divenne uno dei maggiori scali mercantili d’Europa.
Ciò determinò una vertiginosa crescita dell’edificato, tanto che le nuove
costruzioni superarono i ristretti spazi delimitati dall’antica cinta muraria
costruita secoli addietro in epoca fernandina27, occupando aree che in precedenza
erano perlopiù impiegate per usi orticoli. In questa fase di crescita urbana sorse
il Barrio Alto, costruito secondo un ordinato piano di lottizzazione a maglie
ortogonali, ancora oggi facilmente individuabile nell’attuale tessuto cittadino che
mantiene grossomodo inalterato il suo volto originario.
La struttura urbana della città si consolidò quindi intorno a due poli
principali: il fronte portuale che aveva il suo fuoco nella piazza in riva al Tago
26
27
Per un approfondimento su questo aspetto (cfr. De Iulio, 2010b)
Durante il regno di Dom Fernado I, 1345- 1383.
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conosciuta come o Terreiro do Paço (dove vi sorgerà anche la residenza reale) e la
più interna Praça do Rossio, sede del mercato (França, 1980). (FIG.1)
FIG. 1 - Veduta di Lisbona di Georg Braun and Franz Hogenberg 1598. Dalla
veduta è facilmente distinguibile il superamento della cinta muraria da parte
dell’edificato. In alto a sinistra, si individua la scacchiera regolare del Barrio Alto.
Fonte: www.historic-cities.huji.ac.il
L’area di Bélem invece, piuttosto eccentrica rispetto la città, cominciò a
svilupparsi proprio in questo periodo. Difatti l’area posta in prossimità dalla
foce del Tago, assurse inizialmente un ruolo strategico di difesa del porto con la
costruzione della Torre de Belém (1520) e poi di luogo residenziale a partire dalla
fondazione do Mosterio dos Jerónimos (1544), segnando una expanção da cidade
nitidamente pensada no sentido ocidental, o do mar (Araújo, 1990 p.23).
Il tremendo terremoto del 1775 distrusse buona parte della città bassa,
risparmiando solo alcune zone di origine medioevale della città come l’Alfama e
la Moreria, situate sulle pendici del colle di São Jorge, e l’area di Belém.
La ricostruzione della città avvenne per opera dell’allora primo ministro
Sebastião José de Carvalho e Melo Marques de Pombal (1699-1782) secondo i
più avanzati canoni illuministici: una scacchiera regolare formata da tre assi
rettilinei paralleli tra loro disposti in senso ortogonale alla linea di costa che
sfociano nella grande piazza rettangolare, Praça do Comércio prospiciente il Tago.
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Tale intervento urbano, imprimerà un’immagine profonda nella città, tanto che
questa parte urbana sarà conosciuta come la Baixa pombalina (França, 1978).
Il secolo XIX fu un periodo di grandi trasformazioni urbane, le città
del vecchio continente sulla scia della Parigi di Haussman cominciarono a
dismettere quell’antico volto basato su tortuose strade strette, bui e malsani
quartieri a favore di ampi assi rettilinei alberati, piazze di forma regolare, e
ordinati giardini pubblici. In tal senso si ascrive l’apertura della grande Avenida
da Libertade28(1882), posta al centro di un impluvio naturale tra le coline di Sao
Jorge da un lato e da San Roque dall’altro, che segna la direzione per i successivi
ampliamenti della città.
Con l’avvento l’avvio del regime dittatoriale di António Oliveira de Salazar
(1888-1970)29, la capitale portoghese fu oggetto per la prima volta di un Piano
Regolatore (Plano Diretor de Lisboa 1927-35) di impronta modernista, capace
di incidere profondamente nella struttura urbana preesistente: o Plano Diretor de
Lisboa contém em si as grandes transformações que se operaram na cidade no vinte cinco
anos que se lhe seguiram (Souza Lobo, 1995, p. 95). Il Piano pertanto indirizza la
maggiore espansione della città verso occidente, mentre la parte opposta sarà
destinata a zona portuale ed industriale. Si rileva inoltre nel Piano il grande rilievo
assegnato agli spazi verdi, infatti si realizzeranno alcune delle maggiori aree
verdi urbane come il Parque Florestal de Monsanto (area ovest) e il Parque Eduardo
VII (area nord), che ancora oggi rappresentano le maggiori zone verdi della città.
Lisbona doveva quindi apparire, secondo gli obiettivi del regime, come una città
rappresentava di questo nuovo ordine politico, capitale di uno stato esteso su
ben tre continenti. Ed in quest’ottica va inserito la realizzazione dell’Exposição do
Mundo Português del 1940, considerata come o mais importate acontecimento politicocultural do Estado Novo (Rosas, 1996, p. 325). L’evento fu deciso per commemorare
sia il centenario dell’indipendenza del paese (1140) e sia la Restauração (ovvero la
ritrovata indipendenza dalla unione monarchica con la Spagna, nel 1640), ed aveva
tra gli scopi principali: la celebrazione del regime come legittimo erede dell’ Época
dos Discobrimentos (l’epoca d’oro della storia lusitana), la legittimazione politica
delle colonie portoghesi nel sistema- mondo, ed infine la promozione turistica del
paese con la speranza di attirare visitatori dall’estero.
L’area scelta per realizzare questa esposizione fu l’area di Belém, in
particolare quella prospiciente il Mosterio dos Jerónimos, con la conseguente
costruzione di un ampio piazzale su cui sorgerà a Praça do Império, nuovo polo
urbano che doveva contrapporsi alla Praça do Comércio di epoca pombalina.
La caduta del regime dittatoriale (1974) e il conseguente ingresso del
La parte bassa dell’Avenida da Liberdade, quella in prossimità della Praça dos Restauradores sorse
sull’antico Passeio Público costruito dal Marchese di Pombal dopo il terremoto del 1775. Questo
luogo di passeggio per la l’aristocrazia cittadina, era protetto da mura e cancelli d’ingresso, quindi
interdetto all’intera popolazione. Nel 1821, l’allora re Dom João VI ordinò l’abbattimento delle
mura e quindi permise il libero ingresso a tutti.
29
Il periodo della dittatura Salazarista sopravvisse alla morte del dittatore. Tale periodo (1933-1974) è
distinto dagli storici come Estado Novo o Segunda República.
28
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Portogallo nell’Unione Europea (1986), segnarono una nuova fase storica per
la nazione, ma anche l’avvio di nuove iniziative di sviluppo turistico in città.
Tra queste emergono sicuramente la costruzione del Centro Cultural de Belém,
su progetto degli architetti Gregotti e Salgado (1993) che insiste grossomodo
sulla vecchia area espositiva degli anni Quaranta, e la realizzazione del PdN per
ospitare l’EXPO ’98.
L’altro aspetto che si desume dalla letteratura odeporica, invece fa
riferimento agli orientamenti letterari degli scritti. Ad esempio nelle guide edite
sul finire del sec. XIX, fortemente intrise del pensiero positivista, si dà grande
risalto all’apertura di nuove strade (es. Avenida da Libertade), alla costruzione
di nuovi edifici pubblici dotati di moderni impianti tecnologici, mentre si
giudicano alcuni quartieri storici di origine medioevale come l’Alfama un luogo
não por turistas, al contrario invece, nelle guide contemporanee più orientate
verso l’esaltazione dello stereotipo della città storica e tradizionale, più attente
alla genuinità dei luoghi, tale parte urbana è oggi considerata uno dei quartieri
più caratteristici della città.
Da quanto esposto, si comprende come la città turistica abbia subito durante
lo scorrere del tempo un progressivo ampliamento, dovuto non solo alla crescita
della città stessa, ma anche alla costruzione di nuovi spazi turistici; in sintesi la
Lisbona turistica prima della realizzazione dell’EXPO è um espaço estruturado em
torno de dois núcleos fundamentais situados junto ao Tejo a partir dos quais decresce
progressivamente a intetensidade da frequéncia turística: i) a partir da Baixa com um
prolongamento em direcção ao Parque Eduardo VII e extenções laterais para os bairros
históricos de Alfama/Castelo e Bairro Alto, ii) Belém (Brito Heriques, 1986 p. 145).30
In pratica si consolida, così come ha sottolineato Maria Lucinda Fonseca (1993),
la coincidenza tra gli spazi urbani più frequentati dai turisti e l’immagine più
consumata della Lisbona turistica: la fascia in riva al Tago pressappoco tra la
Praça do Comércio e Belém in senso longitudinale (comprensiva dei quartieri storici
dell’Alfama, e Barrio Alto) e la Baixa con l’ Avenida da Libertade in senso trasversale,
che rappresentano sicuramente ancora oggi i principali spazi turistici urbani.
3. L’EXPO ’98 e il Parco delle Nazioni
Il progetto per l’organizzazione a Lisbona di una Esposizione Mondiale
nacque nel 1989, con lo scopo di riposizionare il Portogallo, e quindi la città di
30
Un ulteriore punto di vista per poter delimitate lo spazio turistico di Lisbona è quello che fa
riferimento alla localizzazione degli hotel in città. Si precisa che la giurisprudenza urbanistica
lusitana non fa alcun rifermento a norme di disciplina per l’apertura di nuovi alberghi, pertanto
essi seguono criteri più orientati al favore del mercato e alla prossimità verso i luoghi di interesse
turistico. Ad esempio come chiarisce il Brito Heriques (op. cit. p.116) a partire dagli anni Settanta
c’è stata una tendenza di apertura di nuovi hotel dal centro verso l’asse Avenida da Libertade –
Parque Eduardo VII, sino a interessare le Avenidas limitrofe.
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Lisbona, nel nuovo contesto geopolitico mondiale sempre più orientato verso
una maggiore globalizzazione dei servizi, delle merci e delle idee.
La città di Lisbona, difatti si presentava sul finire degli anni Ottanta
con gravi carenze infrastrutturali e con un evidente ritardo del suo apparato
produttivo; tanto che nel Piano Strategico del 1992 (p. 46) si legge: é necessário
recuperar da sua condição periférica no contexto da reorganização do espaço europeu e
tornar-se competitiva. In questa ottica, si inserisce la prima grande manifestazione
organizzata per riproporre Lisbona nel contesto globale: Lisbona Capitale della
Cultura 1994 a cui seguirà, dopo pochi anni il progetto della Expo 98. Difatti,
come ulteriormente ha chiarito la Barata Salgueiro (2001, p. 64) a organização da
Exposição Mundial insere-se num conjunto de acontecimentos capazes de promover
a imagem de Lisboa no estrangeiro. De facto Lisboa foi a sede da Presidência das
Comunidades Europeias 1992, Capital Cultural da Europa em 1994 e acolheu a Exposição
Mundial em 1998. Para além da promoção da cidade que pode ser útil em termos de
reforço da competitividade, alguns destes eventos foram motivos para congregar esforços
e investimentos na melhoria de determinadas áreas. Da ciò si comprende quali furono
gli obiettivi di tale progetto:
- contribuire ad affermare Lisbona come grande città dell’ Atlantico,
intervenendo sul rinnovamento del tessuto urbano cittadino in forma
creativa e duratura;
- migliorare l’immagine del paese all’estero, soprattutto nel contesto
europeo per l’attrazione di nuovi flussi turistici;
- stimolare la crescita economica del paese, attraverso l’espansione di
determinati settori come i servizi, i trasporti e l’industria nazionale.
Il tema scelto fu Os oceanos, un património para o futuro, con evidenti
implicazioni sia al ruolo ambientale svolto dai mari sul nostro pianeta e sia a
quello culturale di collegamento tra le varie terre, da cui scaturisce l’importante
ruolo storico svolto dai portoghesi con la scoperta di nuove terre e l’apertura di
nuove rotte commerciali.31
Prima di organizzare la struttura capace di realizzare il progetto, fu
necessario individuare l’area più idonea per ospitare l’evento. La Commissione
incaricata della scelta, aveva preliminarmente indicato tre aree alternative: la zona
più esterna dell’area metropolitana di Lisbona, posta tra l’estuario del Tago e
Sintra, l’area occidentale della città posta tra la Doca dos Pedruços e la Doca de S.
Amaro (grossomodo tra Belém e Alcantara), ed infine la zona orientale della città
tra l’aeroporto e il Tago. Quest’ultima alternativa fu quella scelta, non solo per la
sua posizione più prossima al centro, ma anche per permettere il recupero di una
vecchia area industriale di origine ottocentesca32, ormai degradata (Gaspar, 1996).
Così come la Exposição do Mundo Português del 1940 fu celebrativa di significativi anniversari
della storia lusitana, anche l’ Expo ’98 fu commemorativa del quinto centenario dell’apertura della
rotta delle Indie ad opera del navigatore Vasco da Gama (1498).
32
L’origine industriale della zona è strettamente connessa alla costruzione della linea ferroviaria che
31
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L’area prescelta aveva una superficie piuttosto ampia: 340 ettari e un fronte
rivierasco lungo il Tago di circa 5 km. Il progetto definitivo del plani-volumetrico
a cura dell’arch. Conceição Silva si sviluppò attraverso una rigorosa maglia
ortogonale generata da un asse centrale principale che corre parallelo al corso del
fiume, percorrendo in senso trasversale tutta l’area (Avenida Central).
( FIG. 2 e FOTO 1)
FIG.2 Planivolumentro della Expo ’98 Fonte: www.portalnaçoes.pt
FOTO 1 Avenida Central. Fonte: foto propria
tutt’ora attraversa l’area. A partire dal 1940, l’intera zona subì un ulteriore crescita industriale con
la comparsa di evidenti fenomeni di inquinamento ambientale e paesaggistico, determinati anche
per una qualsiasi assenza di norme di protezione. Tale situazione perdurò sino agli anni Ottanta,
che segnò l’inizio della chiusura degli stabilimenti.
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Per la sua realizzazione furono previste due distinte fasi: la prima riguardò
esclusivamente la realizzazione dell’Expo, e l’altra da realizzarsi a partire dal 1999 e
conclusasi definitivamente solo nel 2010, ebbe come obbiettivo il dopo esposizione,
ovvero la trasformazione dell’area espositiva in PdN. Per la prima fase fu necessario
creare una Società di capitale pubblico, la Sociedade Parque Expo 98 S.A.33 che tra
l’altro ebbe il compito di eseguire gli espropri, di realizzare il progetto ed infine
di vendere le unità abitative (di grande qualità) per finanziarsi. In sintesi questa
prima fase si interessò di raggiungere i seguenti obiettivi:
- valorizzazione della zona d’intervento, soprattutto il fronte fluviale con la
costruzione di edifici ad alta qualità architettonica;
- realizzazione di rapidi collegamenti tra la zona espositiva e il resto della
città e il paese;
- progettazione di verde attrezzato e di spazi pubblici come elementi
caratteristici del progetto;
- facile riconversione in altri usi delle costruzioni espositive (Padiglioni);
La fase post-Expo, invece ebbe i seguenti obiettivi:
- il mantenimento del disegno urbano dell’ intera zona e la cura degli spazi
aperti pubblici;
- il completamento dei fabbricati per residenze (circa 1.000.000 mq), di
uffici e aree commerciali (640.000 mq) da vendere allo scopo di rientrare
dell’investimento;
- il mantenimento dell’alta qualità di vita basata sui più avanzati principi di
sostenibilità ambientale;
- il consolidamento dell’immagine del PdN come spazio ludico e pedagogico;
- la realizzazione di alcune infrastrutture che rappresentassero delle
àncore di riferimento dell’intera zona, esse sono l’Oceanario (su progetto
di Peter Chermayesff), il Casinò (vecchio Padiglione del Futuro), il
Museo Interattivo della Scienza e della Tecnica (vecchio Padiglione
della Conoscenza), il Padiglione Atlantico (una sorta di auditorium
con la capacità di 20.000 posti), il Centro Commerciale Vasco da Gama,
i Padiglioni della Fiera Internazionale di Lisbona (nella vecchia area
Ovest dell’Expo), ed infine la Stazione ferroviaria Oriente progettata
dell’architetto Santiago Calatrava.
L’effetto turistico determinato dall’ Expo fu enorme. Infatti nel 1998 il
numero totale di presenze turistiche negli alberghi di Lisbona aumentò rispetto
all’anno precedente di circa un milione di unità, passando quindi da 3.7 a 4.7
milioni, con un aumento del 27.4% (in maggioranza turisti stranieri) e durante
il periodo dell’Expo (22 maggio – 30 settembre) furono organizzati circa 6.000
eventi. L’anno successivo, il 1999 il numero totale delle presenze si abbassò a 4.5
milioni, ma tornò ad aumentare nel 2000 arrivando a 4.8 milioni.
33
Dal 2008 sostituita dalla società GEURBANA - Gestão Urbana do Parque das Nações.
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Lusíada. Economia & Empresa. Lisboa, n.º 15/2012
O Parque das Nações em Lisboa: um exemplo de sucesso da cidade dos tempos ..., pp. 59-75
Dieci anni dopo, nel 2010 il numero delle presenze negli hotel di Lisbona
raggiunse i 6.2 milioni di presenze, dei quali 4.6 milioni sono stati stranieri.34
4. Conclusioni
Dai dati indicati in precedenza, si può sicuramente affermare che l’Expo ’98
è stato sicuramente un evento di grande successo turistico ed urbanistico.
In primo luogo perché ha risanato un’area degradata prossima al centro
cittadino, e in subordine è stato anche l’innesco per avviare imponenti opere
pubbliche che hanno interessato l’intera area urbana, come ad esempio
l’ammodernamento della rete metropolitana, il recupero urbanistico di alcuni
quartieri storici come l’ Alfama o il Bairro Alto e il ripristino delle aree degradate
lungo il corso del fiume.
La città dunque si è dotata di uno spazio ad alto valore architettonico ed
ambientale, dove sono stati applicati i più avanzati sistemi di sostenibilità, con
una cura del paesaggio sicuramente di grande effetto turistico, apprezzabile
anche dalla teleferica che corre lungo la riva del fiume. (FOTO 2)
FOTO 2 Si osservi la teleferica in alto e sullo sfondo lo skyline degli Hotel.
Fonte: foto propria
34
Fonte: Observatório de Turismo da Associação de Turismo de Lisboa.
Lusíada. Economia & Empresa. Lisboa, n.º 15/2012
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Rosario de Julio e João Martins Vieira
Il PdN rappresenta oggi una unità morfologica ben delineabile, e sebbene
sia piuttosto recente, non costituisce ancora per tutti gli abitanti (circa 20.000,
anno 2011) una unità sociale omogenea, ovvero una identità capace di generare
sinergie interne. Questa fragilità è evidente soprattutto per Lisbona, una città
costruita storicamente per quartieri, fortemente caratterizzata da valori sociali di
vicinanza.
Dal punto di vista turistico, l’area accoglie alcuni tra i maggiori Hotel
cittadini ( 2 hotel 4 stelle, tot. 486 stanze, 2 hotel 3 stelle tot. 207 stanze, in ragione
di un valore complessivo in città di 53 hotel 4 stelle con 7.404 stanze e 34 hotel
a 3 stelle con 3.091 stanze)35, nessun museo, un acquario (Oceanario), un centro
Commerciale, un Casinò.
Da un esame empirico delle maggiori guide turistiche di Lisbona pubblicate
in Italia, in alcune di esse si rileva una grande attenzione al PdN, come ad
esempio la Lonely Planet (ed. 2010 pp. 88-97) o la Guida Touring (ed. 2009 pp.
83-85) dove è giudicato da non perdere, in altre invece ci si limita a qualche rigo.
Chiaramente le guide riflettono anche gli orientamenti ed i gusti del pubblico,
ma se in queste stesse guide si confronta lo spazio dedicato alla città storica,
quest’ultimo è sicuramente preponderante rispetto al primo.
Da ciò si comprende come la Lisbona turistica sia ancora saldamente
rappresentata dalla città storica, ed il PdN gode di un effetto di “trascimento”
della parte urbana più tradizionale. Probabilmente il PdN paga una certa fragilità
di offerta turistica, assumendo oggi principalmente il ruolo di grande quartiere
residenziale.
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35 Dato riferito al 2011 fornito da Observatório de Turismo da Associação de Turismo de Lisboa.
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